il canto del pianista silenzioso

Posted by ladyfinck On giovedì 16 settembre 2010 0 commenti

lol.

 

un sonno che non c’è ma che arriva non appena decido che è tempo di scrivere e lasciar fluire alcune cose. dopo una serata passata prima a lavorare poi a ideare una cosa ed infine ad esperire un mondo che ancora non mi appartiene e forse non mi apparterrà mai.. mi ritrovo qua di nuovo a pensare a cose a cui non voglio pensare. non ora, non  adesso. non così.

ho cercato di finire un progetto con photoshop prima ma la forza mi mancava, gli occhi non andavano dove dovevano e le mani stanche rischiavano solo di pastrocchiare. così ho rimandato. continuo a rimandare e detesto questo mio procastinare l’inevitabile.

è arrivato il momento di tirare fuori le verità scomode, quelle che non vorresti mai. quelle che ti hanno portato a tante cose. tante cose che di piacevole non hanno nulla.

è il momento in cui finalmente aprirò quella porta e vi lascerò entrare, perchè ho deciso di farlo nel modo che meglio mi esce. lasciando che siano le immagini a parlare per me, e in questo caso saranno supportate da una cosa. le mie parole, indelebili, su un foglio onnipresente. un foglio che farà il giro del mondo e renderà palese quelloc he ho sempre nascosto.

è il momento di affrontare il demone. e abbracciandolo dirgli che andrà tutto bene. perchè in fondo quelle ali non si spezzano, quelle mani non si tagliano e … e tutto prima o poi si scioglie dall’enorme nodo che mi porto dentro.

devo lavorare tantissimo su me stessa perchè è solo il primo passo. ma sarà quello che renderà tutto tragicamente vero.

 

V.

rumore di fondo

Posted by ladyfinck On domenica 12 settembre 2010 0 commenti


Questa casa mi spaventa. Detto da me fa ridere ma è così. La mia vecchia casa, pur con tutte le sue stramberie, ormai mi era affine..in un certo senso. Qua regna il silenzio. Lasciando perdere l’angoscia che mi crea il silenzio psicologicamente parlando, è un problema quando si colora di rumori e sensazioni che con il silenzio poco hanno a che fare. Lo chiamo rumore di fondo, white noise. Un’anta che sbatte, la ventola della finestra del bagno che gira come una trottola impazzita, una coccinella che vola sbattendo contro i muri, un pc che cerca di coprire tutto attutendo l’angoscia ma non ci riesce. Mi ritrovo allora ad ascoltare qualsiasi scemenza su youtube, in order to fill this void up. Mi sento braccata, circondata. Oggi sulle scale incontravo persone in giacca e cravatta. In ghingheri per una festa, credo ci fosse un matrimonio. Che effetto surreale. Poi rientri e nella calma delle 4 stanze ti assale la mancanza d’aria. Non parlo di aria vera, parlo di sensazioni. Di quelle che non ti lasciano dormire.



E avrei anche sonno =_=.



Devo smetterla di guardarmi roba horror quando sono sola nel silenzio, non ho più l’età di un tempo. L’adrenalina lascia spazio al nonsense.



V.


cosa sarebbe successo?

Posted by ladyfinck On venerdì 3 settembre 2010 0 commenti


se shf non fosse mai morto.



se non avessi mai conosciuto d.



se non avessi mai perso i contatti con le persone di blackzizka.



se non avessi mai smesso di morire dietro a g.



se non avessi mai lasciato perdere tutta la gente di mm bbs.



se fossi ancora la persona che ero allora.



non lo so. forse sarei meno me stessa.


un punto da cui tracciare una linea. possibilmente retta.

Posted by ladyfinck On 2 commenti


a volte succede. come nelle migliori favole. coltivi un sogno, un sogno che sembra impossibile. poi col passare del tempo si fa un pochino meno lontano e in qualche modo lo conservi lì, in un angolino. non ci speri ma è bello cmq vederlo lì. non si realizzerà mai, forse, ma avercelo è già comunque qualcosa. poi il tempo passa, il sogno si modifica, si arricchisce, muta forma. diventa forse meno..importante. ma c’è. nessuno può rubartelo no? è il tuo. è quello che non potrebbe mai avere una destinazione diversa, un modo di svilupparsi che non sia quello che gli è stato preposto subito. dall’inizio.  nessuno può rubartelo è vero, ma un sogno si può distruggere. e quello che resta è una profonda malinconia. una patina. un filo invisibile che si spezza. un muro di vetro. quel vetro fragile e bucherellato. che permette comunque alle cose di passare.. ma c’è. un muro che in qualche modo va abbattuto..ma che si crea per un motivo. quando quel sogno si distrugge un po’ anche tu ne esci menomato. ti manca qualche cosa, ti senti ferito.



quel muro si assottiglia giorno dopo giorno. ma la realtà è che vorrei non si fosse mai creato. e i cocci, quelli, rimarranno per sempre a bucherellare le piante dei piedi.. ogni volta che tenteremo di passarci sopra.



e allora cosa fare? costruire nuovi giardini. nuovi palazzi. nuovi quartieri. nella speranza che quel muro.. sia dimenticato. venga lasciato in un angolo. ricominciare, per l’ennesima volta, da zero. con il dubbio atroce che a creare tutto questo tu sia rimasto solo. perchè in fondo di piastrelle ce ne sono tante. perchè le tue, di piastrelle, sono incrinate. e perchè magari ci sono in giro piastrelle più elaborate, di quelle che i muri li costruiscono.. non li abbattono.



 



 



 



in other news. sono tornata all’ovile. e mi sembra meno insopportabile di prima. ma ce ne vorrà parecchio perchè lo sia davvero. intanto aspetto con ansia l’arrivo di giorni felici. e un sorriso che so già mi renderà tutto un po’ meno opprimente. a presto K.